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Mom's Life

Difficoltá delle mamme che lavorano.

L’autunno é arrivato.
Oggi é una giornata fredda, ma bellissima. É sempre bello quando splende il sole.

Non vuole andare all’asilo, perché vuole stare con la mamma.

Milo adora andare all’asilo, e giocare con i suoi amici – come dice lui. Ma da due settimane il mercoledí mattina inizia a piagnucolare mormorando “dove va la mamma? La mamma va al lavoro?”. E si vede che all’asilo non vuole andare. Dicono che i bambini non si rendano conto del tempo, dei giorni della settimana, ma lui inizia a sapere cos’é il mercoledi. Si perché il mercoledi é un giorno diverso dagli altri qui in Francia. Molte scuole sono chiuse, e tante mamme non lavorano il mercoledí. Quindi stamattina quando l’ho accompagnato all’asilo, era semivuoto. I suoi amici, sono a casa con la mamma. Lui, no.

Il senso di colpa. Ed il magone.

Guardarlo stringermi forte forte, dicendo “voglio stare con mamma” mi ha fatto venire il magone … ed ha risvegliato il senso di colpa, quello perenne che sará sempre li, nel cuore di mamma. Eh si, perché anche io oggi avrei davvero voluto rimanere a casa a giocare con mio figlio.

Cosa fare un questa giornata d’autunno con mio figlio.

Avremmo letto un paio di libri, magari avremmo approfondito il discorso sulle stagioni che abbiamo iniziato durante la colazione.
Poi saremmo usciti nel giardino, e avremmo giocato con le foglie secche cadute dagli alberi. Avremmo calpestato tutte le foglie per sentire il rumore che fanno, fino a trovare la piú rumorosa di tutte “senti umoe mamma”. Ci saremmo rotolati nel prato e riso a crepapelle tra attacchi di solletico reciproco, per poi entrare in casa infreddoliti e una vocina avrebbe detto “mamma fai una tisana?”, perché sa che a me piace. Poi avrebbe preso le sue tazzine e avrebbe apparecchiato la piccola tavola dell’ikea, e avremmo bevuto la tisana.

Il weekend, meglio di niente.

Ecco… una mattinata cosí non ha prezzo. E ora che l’ho immaginata, non mi resta che aspettare il weekend per poterla vivere.
Eh si perché questi momenti, sono possibili solo nel fine settimana. Sempre che non piova. Altrimenti cambieremo i piani.

La sera lo vado a prendere alle 5:30, ma a quell’ora la sua giornata é quasi terminata. Non ha le stesse energie della mattina, é stanco, ha seguito le regole tutto il giorno, ha giocatoimparatofattocosevistogente… la sera, ha bisogno di sfogarsi tra le braccia materne. Mettiamola cosí : non é certo il momento migliore. É il momento di preparare la cena, magari fare il bagnetto, un po’ di coccole e leggere qualche storia. Ma poi nanna. Ecco cosa ci resta a noi mamme lavoratrici. Il weekend.

Ma sono comunque triste, perché avrei davvero voluto passare un po’ piú di tempo con lui. Mi stanno scendendo le lacrime… ma devo comunque andare a lavorare.

Mi vengono in mente tutte quelle mamme che dicono che si é meno mamme quando si lavora. Si recentemente ho lette tanti commenti di questo tipo – soprattutto su instagram. Ecco non hanno capito un cazzo.
E poi penso a quelle che vorrebbero… ma non hanno la fortuna di essere mamme… e mi sale un po’ di tristezza per loro. Almeno io ho i fine settimana.

Oggi il mio umore va cosi. Ma ora mi metto d’impegno e cerco di finire presto, cosi vado a prendere la mia patatina e magari prima di cena riesco a portarlo al parco per una passeggiata.

Queste sono le difficoltá delle mamme che lavorano di cui non si parla mai. Quelle intangibili, che sembrano dettagli, ma sono importanti per il cuore.

E poi, tu magari resti tutto il giorno con il magone, dopo aver sentito il tuo bimbo urlare dalla finestra dell’asilo “la mia maaaammaaaaa” .

Magari inizi anche a pianificare “e se facessi un part time? e se smettessi di lavorare? magari potrei cercare un lavoro che posso fare da casa“. Ignara del fatto che 5 minuti dopo, lui ha iniziato a divertirsi con i suoi amici, e si é dimenticato del dolore straziante… e quando vai a prenderlo all’asilo si sta divertendo talmente tanto che nemmeno vuole tornare a casa… AH!